Violectric DAC V800
Prova convertitore digitale-analogico stereofonico hi-end
Introduzione
Dopo aver recensito l’ottimo HPA V200 della Violectric, questa volta vogliamo focalizzarci sul convertitore DAC V800 che è diventato il DAC di riferimento del nostro piccolo studio di mastering. Per chi ancora non lo sapesse, la Violectric rappresenta un ramo della Lake People, azienda tedesca che opera da più di vent’anni nel mercato dell’audio professionale.
Il brand Violectric è stato creato per poter commercializzare nel mercato consumer tutta una serie di prodotti di alto livello tra cui anche questo convertitore digitale analogico. Durante la nostra permanenza al CanJam di Denver abbiamo avuto modo di parlare in maniera estesa con Fried Reim CEO di Violectric. La sua filosofia di design degli apparecchi è molto semplice ma è anche molto efficace. I prodotti di casa Violectric, in particolare gli amplificatori per cuffia, sono caratterizzati da un rumore estremamente contenuto, da un basso guadagno interno, da una tensione di uscita molto alta per le cuffie ad alta impedenza e da una potenza di uscita molto alta per le cuffie a bassa impedenza. Un fattore di alto smorzamento garantisce infine una risposta piatta per qualsiasi cuffia. Con la creazione e la commercializzazione del DAC V800, Fried Reim ha voluto applicare gli stessi concetti di semplicità ed eccellenza tecnica anche al mondo della conversione digitale analogica. Un mondo che si è popolato di diverse soluzioni tutte più o meno valide che hanno invaso il mercato grazie anche al successo della musica liquida con la quale l’utente finale utilizza un computer come sorgente per i propri ascolti.
Design e funzionamento
Il DAC V800 ha una costruzione molto solida e dimensioni decisamente compatte. Lo chassis esterno richiama nei colori e nei materiali quello dell’amplificatore per cuffie HPA V200. Come si può vedere dalle immagini, questo DAC è piuttosto pieno di pulsanti, connettori e LED. Sul pannello posteriore troviamo l’ingresso digitale bilanciato AES-EBU, un ingresso ottico TOSLINK, un ingresso digitale coassiale S/PDIF e naturalmente l’ingresso USB. Quest’ultimo è caratterizzato dal ricevitore USB Tenor TE7022L che consente di utilizzare file audio con una risoluzione massima di 24–bit / 96 kHz. Oltre alle uscite analogiche bilanciate e sbilanciate è presente anche un uscita digitale coassiale dove il segnale viene completamente rigenerato dal clock interno del DAC con un notevole abbassamento dei valori di jitter. Tale segnale può essere successivamente inviato ad altri apparecchi provvisti di ingresso digitale coassiale. Sul pannello anteriore troviamo il tasto di accensione con un LED del tipico colore blu di casa Violectric, un tasto che permette di selezionare il tipo di ingresso digitale, un altro tasto che permette di mettere in mute le uscite analogiche del DAC e infine un pulsante che permette di selezionare la modalità di ricampionamento del segnale in ingresso: x1, x2, x4, BEST oppure OFF. Un discorso a parte e più approfondito merita poi il controllo del volume che opera completamente nel dominio digitale. A tal proposito riportiamo il pensiero di Mr Reim:
Il vantaggio del controllo di volume digitale si pone su molteplici piani. Innanzitutto non ci saranno più problemi di audio gracchiante, non ci sarà nessun disaccoppiamento di canale e infine non ci saranno più problemi di diafonia. Il controllo di volume digitale può essere fatto con i tasti up e down ad incremento e diminuzione oppure con dei potenziometri reali come fa Violectric. In tal caso viene utilizzato un potenziometro a cono lineare, perché il controllo del volume è fatto in maniera lineare all’aumentare dei decibel sempre all’interno del convertitore DA. Questo tipo di controllo rispecchia una situazione reale che rischierebbe di divenire imperfetta solamente nel momento in cui il potenziometro non si trovasse nella posizione massima. A questo proposito sono state aggiunte alcune resistenze per piegare la curva di risposta del potenziometro in modo da avere una sensazione quasi perfetta e analogica.
Un segnale digitale a 24 bit ha infatti una gamma dinamica massima di 144 dB, molto più dei 60 dB ottenibili con un microfono in condizioni normali (anche se le case costruttrici dei microfoni dinamici garantiscono nelle specifiche una gamma dinamica di 130 dB). Ma chi può avere veramente bisogno di 130 dB utili solo per registrare dal vivo un grillo vicino ad F-14 Tomcat in partenza? Inoltre, standosene seduti nel proprio salotto, è difficile avere degli ascolti con range dinamici maggiori di 20 o 30 dB. Oggi poi la gamma dinamica della musica pop programmata alla radio difficilmente supera i 2 o 3 dB. Da notare che la distorsione armonica all’interno del segnale non può essere minore della gamma dinamica.
Non è possibile avere 100 dB THD (0,001%) con 90 dB di gamma dinamica. Ma è possibile avere 110 dB THD (0,0003%) con gamma dinamica di 120 dB. Il formato CD offre 16 bit di quantizzazione, il che significa una gamma dinamica di 96 dB e distorsioni che non possono essere inferiori allo 0,0016%. Un segnale a 24 bit offre una gamma dinamica di 144 dB con distorsioni minime teoriche a 0,00001%. Questo non si può ottenere nella vita reale. I migliori convertitori AD oggi offrono gamme dinamiche di 120 dB con valori di distorsione a –110 dB THD. Un sacco di perdite di risoluzione avvengono e devono essere messe in conto nel corso di processi come la registrazione, l’editing, il mixing e il mastering. L’attenuazione digitale avviene spostando il segnale dal MSB a LSB. Spostando un bit nella direzione dell’LSB (e sostituendolo con uno 0) abbiamo un’attenuazione di 6 dB. Quando l’ingresso di un segnale CD a 16 bit avviene in un convertitore DA a 24 bit, questo segnale può essere attenuato di 6 dB x 8 bit ovvero di 48 dB con un fattore di 200:1 senza cambiare nulla ai dati originali. Abbiamo anche appreso che un segnale reale a 24 bit trasporta un massimo di 20 bit sensibili dove in pratica non ci sono più di 18 bit. Così, anche un segnale a 24 bit può essere attenuato di un minimo di 6 dB x 4 Bit ovvero di 24 dB con un fattore di 35:1 senza recare alcun danno ai dati originali.
Così, a nostro giudizio, l’attenuazione digitale è la cosa migliore che può capitare a un segnale (tranne non essere attenuato). Naturalmente si dovrebbero fornire delle regolazioni al fine di adattarsi ai diversi livelli all’interno della catena audio. Non ha senso avere un convertitore DA che offre il meglio delle sue specifiche solo quando sono presenti sulle sue uscite livelli drammatici di tensione in uscita. Perché nel caso in cui si ha bisogno di solo 1 o 2 di questi Volt si è costretti a attenuare sempre digitalmente il segnale in anticipo. Il livello massimo di uscita di un convertitore DA dovrebbe essere regolato all’interno dello stadio di uscita analogica tra il chip di conversione stesso e le uscita di linea senza cambiare i valori di impedenza in uscita e senza l’utilizzo di speciali apparecchiature di misurazione. Dopotutto attenuando il segnale nel dominio digitale non ci saranno particolari problematiche . Basti pensare al vostro setup analogico formato da una sorgente, un preamplificatore, un amplificatore e una da una coppia di altoparlanti. La catena analogica ideale può avere una gamma dinamica di circa 130 dB. L’amplificatore, offrendo 100 W RMS di potenza, ridurrà questa gamma dinamica ad un massimo di 100 dB come se avesse sempre 30 dB di guadagno. Pensate al controllo volume del vostro preamplificatore. Qual è la posizione massima che utilizzate quando ascoltate la musica da soli? Se è a ore 12.00 limiterete nuovamente le capacità dinamiche del vostro sistema analogico di altri 20 o 30 dB. Solo se la posizione del controllo volume sarà a ore 03.00 si taglierà la gamma dinamica solamente di circa 10 dB.
Come potete vedere, ogni catena riproduttiva analogica è lontana dal rendimento ideale, ma sembra che di tale mancanza nessuno si preoccupi dal momento che ormai ci abbiamo fatto l’abitudine. Pertanto il troncamento dei bit è veramente dannoso e mette in risalto maggiormente che il segnale è danneggiato. Sì, certo è danneggiato, ma questo accade in parti dove non c’è alcun contenuto. Tenete presente che stiamo parlando di segnali a 24 bit. Un segnale a 16 bit, attenuato digitalmente sarà certamente danneggiato.
Come potete vedere, Fried Reim ha le idee molto chiare sull’argomento oltre ad un sacco di esperienza e di conoscenze per sostenere le sue teorie. A tal proposito anche noi, avendo all’interno del nostro studio il V800 come DAC di riferimento, teniamo la manopola del controllo volume al livello massimo proprio per evitare perdite di dinamica o ulteriore rumore di quantizzazione.
Prova d’uso
Il test di ascolto si è svolto all’interno del nostro studio. Essendo l’ingresso USB del V800 limitato a 96 kHz e non permettendo l’utilizzo di segnali a 88.2 e 192 kHz, abbiamo provveduto ad usare la Matrix Audio X-SPDIF per convertire il segnale da USB a AES-EBU. Il segnale USB proveniente dalla nostra workstation audio è stato a sua volta filtrato e alimentato con apparecchiature dedicate. Al Violectric V800 è stato sostituito il cavo di alimentazione con uno custom e più performante. Prima di parlare delle nostre impressioni di ascolto vorrei riportare integralmente quanto ci ha detto Fried riguardo la filosofia costruttiva e sonica dei propri apparecchi:
Penso che il V800 segua lo standard Lake People/Violectric: nessun suono ovvero nessuna colorazione sonica di sorta. A mio parere, il convertitore DA (il chip stesso) non altera in alcun modo il suono e (quasi) tutti i tipi di DAC di concezione moderna a tecnologia Sigma-Delta sono simili. Ci sono vecchi convertitori come il famoso PCM63 Burr-Brown che sfrutta il principio di R-2R (DAC che utilizza solamente due valori di resistenza denominati R e 2R) offrendo un suono più specifico. A mio avviso il suono e il timbro di un DAC vengono creati all’interno dello stadio di uscita analogica. Qui possiamo trovare diverse tipologie di stadi di uscita e di filtraggio legati alle diverse scuole di pensiero sull’argomento. Abbiamo fatto grandi sforzi per creare un circuito di uscita analogica che fosse molto dinamico, molto veloce e molto silenzioso. Inoltre, il livello di uscita assoluto del DAC può essere modificato in modo attivo per adeguarlo alle apparecchiature ad esso collegate senza alterare la risposta in frequenza, l’impedenza di uscita o quant’altro. Se guardate i dati tecnici di altri DAC, anche molto costosi, scoprirete che molti di loro utilizzano i chip TI Burr-Brown PCM 1792-1794 o DSD 1792-1794 che sono uguali in termini di tecnologia di conversione al chip implementato sul nostro V800.
Questi chip di conversione offrono fino a 132 dB di gamma dinamica in modalità mono e fino a 127 dB di gamma dinamica in modalità stereo. Il valori di THDN(distorsione armonica totale con rumore) scende a-108 dB. Come sapete, è molto difficile tradurre questo dati tecnici attraverso un paio di OpAmp o di amplificatori di potenza discreti che devono essere implementati all’interno del DAC. Quando 2 o 3 OpAmp (amplificatori operazionali) vengono messi insieme, questi influenzeranno in maniera predominante le caratteristiche tecniche del convertitore DA. Queste sono le limitazioni della resa sonica generale e non solo nel nostro caso. Abbiamo pensato di sperimentare il più possibile per avere il massimo delle specifiche del DAC verso le uscite analogiche non fermandoci a valori di THDN di -100 o -102 dB . Migliorando il più possibile le caratteristiche dello stadio analogico di uscita siamo riusciti ad ottenere delle ottime specifiche tecniche ovvero un range dinamico di 120 dB e un valore di distorsione armonica totale di -112 dB.
Come descritto da Mr Reim, il V800 incorpora al suo interno dei DIP-switch che permettono la regolazione del volume di uscita delle linee bilanciate e sbilanciate. Il valore di uscita di default è +15 dBu che rappresenta una tensione di 4,5 Volt RMS la quale può superare le funzionalità di molti dispositivi audio progettati per un’oscillazione di tensione di 1 o 2 Volt RMS. Ecco quindi spiegata la presenza dei DIP-switch interni che consentono di regolare il volume in uscita da un minimo di +6 dBu ad un massimo +24 dBu. Nella descrizione del DAC ci siamo soffermati sulla funzione del tasto resampling. Il tasto resampling o ricampionamento è una potente funzione per la rigenerazione e la trasformazione di segnali audio affetti da jitter in segnali di alta qualità. Tecnicamente, il jitter è una inesattezza temporale nella sincronizzazione del segnale del clock che trasferisce i campioni dei dati digitali al chip di conversione DA. Per spostare i dati da un punto all’altro in un sistema digitale il segnale viene risincronizzato. Per far si che la conversione DA posso lavorare in maniera ottimale, un nuovo flusso di dati deve essere presentato al convertitore DA in maniera periodica o ad una frequenza fissa. Un modo per far si che questo avvenga è quello di ricampionare il segnale in ingresso ad una determinata frequenza. Pertanto il modulo di resampling riconosce il segnale di ingresso come audio PCM e valuta i bit trovati nel segnale digitale. Successivamente lo stesso modulo genera i segnali di clock ausiliari necessari per un’ulteriore elaborazione del segnale digitale all’interno dell’unità. In questo modo anche la qualità del segnale delle comuni frequenze di 44.1 o 48 kHz viene migliorata essendo a sua volta lo stesso segnale convertito ad una frequenza di campionamento superiore a quella di ingresso.
Le modalità di resampling offerte dal V800 sono la modalità OFF, x1, x2, x3, x4 e BEST. La funzione OFF si illumina quando viene disattivata la funzione di ricampionamento. La sorgente viene inoltrata al convertitore DA senza alterazione. Con la modalità x1 il LED giallo indica che è attiva la funzione di ricampionamento. La sorgente d’ingresso sarà ricombinata tramite il clock interno e trasmesso al DAC alla frequenza di campionamento originale. Il LED x2 indica che è la sorgente sarà inviata al DAC a due volte la frequenza di campionamento originale. Se la frequenza di campionamento di ingresso supera i 110 kHz, l’unità ritornerà automaticamente alla modalità x1. La funzione x4 indica che la sorgente verrà trasmessa al DAC a quattro volte la frequenza originale. Se la frequenza di campionamento in ingresso supera i 110 kHz, l’apparecchio passa automaticamente a x1 (o x2 per frequenze superiori a 55 kHz). La funzione BEST invia la sorgente al DAC ad una frequenza di circa 90 kHz, un valore che è considerato il massimo dell’ottimizzazione nei moderni convertitori. Durante tutto il nostro test d’ascolto, anche con sorgenti ad alta risoluzione, abbiamo constatato che la riproduzione più fedele è stata ottenuta attivando la funzione di resampling a x1. Abbiamo inoltre constatato che a beneficiare maggiormente delle regolazioni a x4 o BEST sono state le registrazioni più datate e provenienti da sorgenti a 16 bit. Siamo poi d’accordo con Mr Reim sul fatto che il V800 restituisce le sorgenti secondo il principio costruttivo sonico del “no sound.” Il Violectric si è dimostrato infatti neutro, veloce e trasparente con una maggiore precisione nell’articolazione dei transienti rispetto al nostro precedente DAC di riferimento ovvero il MYTEK STEREO96 DAC.
Le diverse filosofie di progettazione dei rispettivi chip, AKM per MYTEK e TI per Violectric, unite ad una maggior raffinatezza della stadio di uscita analogico del V800, permettono a quest’ultimo di avere un timbro più accurato, un estensione in basso più profonda e articolata rispetto al STEREO96 DAC. Spesso e volentieri quando un DAC viene definito neutro, finisce per essere incluso nella lista di quei convertitori DA che mancano di corpo o che non hanno una personalità sonica ben delineata. Il V800 non rientra certo in questa lista. Esso non aggiunge o toglie nulla al messaggio sonoro ma semplicemente lo restituisce al meglio delle sue capacità tecniche fornendo un ascolto che esprime il contenuto musicale per quello che è. Non possiamo negare che il DAC di casa Violectric ha bisogno di un adeguato tempo di rodaggio per esprimere al meglio le proprie possibilità. Ad un primo ascolto può sembrare un po’ meno preciso e dettagliato ma con il passare delle ore le prestazioni raggiungono livelli degni di nota. Il V800 è un DAC che riesce ad ottenere ogni singolo dettaglio dalla sorgente senza per questo risultare enfatizzato nel range di frequenze più alte. La restituzione delle voci e delle frequenze più basse avviene senza particolari esitazioni. E’ quindi un prodotto che rimane perfettamente nel mezzo dell’equazione sonica. Termini come noioso o impersonale, di certo non si addicono a questo apparecchio. Provando a fare un confronto tra i vari ingressi digitali abbiamo rilevato una quasi parietà di prestazioni tra l’ingresso USB e quello AES-EBU.
Risulta evidente pertanto che il V800, come tutti i prodotti di un certo tipo, deve essere interfacciato con sorgenti e apparecchiature dello stesso livello al fine di poter esprime tutte le sue potenzialità. Soprattutto quelle che godono di un alimentazione opportunamente filtrata e stabilizzata incorporando allo stesso tempo una configurazione bilanciata. Ci è piaciuto il modo in cui ha fornito una buona dose di energia, corpo e trasparenza ai nostri amplificatori per cuffia di riferimento.
Conclusioni
Questo DAC può essere tranquillamente abbinato ad un computer o ad un lettore cd . E’ un prodotto pensato sicuramente per il mercato consumer e per quello dell’alta fedeltà, ma noi riteniamo senza dubbio che tutto il know-how accumulato da Lake People in campo professionale abbia giocato un ruolo determinante. Il V800 può tranquillamente svolgere il proprio ruolo anche in strutture professionali che necessitano di un DAC per valutare a 360 gradi la sorgente sonora nella sua completezza. Tuttavia, nei confronti dei prodotti di commercializzazione più recente, possono emergere delle deficienze. Ci riferiamo al fatto che l’ingresso USB sia limitato ad un massimo di 96 kHz andando così ad escludere le frequenze di 88.2, 176 e 192 kHz ormai sempre più diffuse nei brani musicali ad alta risoluzione. A tal proposito Mr Reim ci ha assicurato che Violectric sta lavorando ad un nuovo modulo USB che permetterà di sfruttare tutte le frequenze fino ad un massimo di 192 kHz e che potrà essere facilmente installato dal singolo utente. In conclusione se desiderate un DAC che non fa nulla di sbagliato, che non sottrae carattere e corpo alla vostra sorgente e che mostra in maniera dettagliata quanto è nel brano originale allora amerete di sicuro il Violectric V800. Vale tutti i soldi che costa? Per noi sicuramente si, soprattutto quando si ha un sistema di ascolto in cuffia di alto livello che permette di apprezzarne le differenze se paragonato a prodotti di egual costo.
Opinione
Il Violectric V800 è diventato il mio nuovo riferimento sonoro e il DAC a cui mi affido per la valutazione di altre apparecchiature all’interno del mio piccolo studio. Lo considero un prodotto davvero notevole nella sua fascia di prezzo soprattutto per applicazioni di tipo professionale. Secondo il mio modestissimo parere, esclusi i DAC con chip ESS SABRE e tecnologia R-2R, il V800 rimane uno dei migliori convertitori DA che implementano la tecnologia sigma-delta. È un performer di rango, con un suono pulito e trasparente, sicuramente superiore a concorrenti molto spesso fin troppo osannati e pubblicizzati. Se siete alla ricerca di un prodotto di riferimento in questa fascia di prezzo il V800 gode pertanto di tutta la mia raccomandazione.
Giudizio
- Scoring110
- Qualità sonora [1]
10 - Valore economico [2]
8 - Misure [3]
10 - Qualità costruttiva [4]
10 - Versatilità [5]
7 - Giudizio complessivo
9
- 1. La qualità sonora è davvero notevole da renderlo un riferimento nella sua categoria di prezzo
- 2. Il valore economico lo pone nella fascia high end
- 3. Le misure dimostrano tutto il know-how tecnico di Lake People e Violectric
- 4. La qualità è costruttiva è molto alta ma l’estetica e il design offrono ampi margini di miglioramento
- 5. La versalità del prodotto è abbastanza buona ma non al livello di prodotti più recenti